top of page

Dal 2 al 21 dicembre Opera Liquida in collaborazione con

Direzione della Casa di Reclusione Milano Opera all’interno delle manifestazioni di “Milano è viva” del Comune di Milano

presenta:

“Dal quartiere Quintosole: irradiare e ricevere cultura e bellezza”

Rassegna teatrale dentro e fuori le mura del carcere

Post in fb_Milano è viva_testa.jpg

Nell’ambito della programmazione “Milano è viva” del Comune di Milano, quattro appuntamenti fuori e dentro il carcere di Milano Opera con la rassegna “Dal quartiere Quintosole: irradiare e ricevere cultura e bellezza” ideata da Opera Liquida, grazie alla Direzione della Casa di Reclusione Milano Opera.

Quintosole, così nominato dal 1346, evoca rinascite, albe, universi sconosciuti. Quintosole è l’antico quartiere su cui si affaccia la Casa di Reclusione Milano Opera, per sua natura la periferia più lontana ed invisibile. Lo spazio che si vorrebbe dimenticare, doloroso, dove il tempo è sospeso. Opera Liquida, fondata dalla regista Ivana Trettel, lavora da 13 anni affinché l’esperienza del teatro unisca reclusi e società in uno spazio di incontro e riflessione che può favorire il cambiamento, il superamento di pregiudizi e luoghi comuni.

2 e 3 dicembre Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi: riservato agli studenti

“Il metodo Opera Liquida: un approccio artistico al teatro in carcere”

Il workshop di due giorni per gli studenti della Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi è condotto da Ivana Trettel, regista e direttrice artistica del gruppo, insieme a Vittorio Mantovani, ex detenuto attore e poeta e Alex Sanchez, detenuto attore e scrittore. L’intenzione è condividere il metodo Opera Liquida: la scelta del tema, il laboratorio drammaturgico, la formazione dell’attore, la condivisione artistica con la compagnia al completo, scenografi, costumisti e tecnici audio luci, fino alla nascita del copione e alla messa in scena. Con un approfondimento, inoltre, sul laboratorio teatrale “La nostra bolla” per padri e figli, a sostegno della genitorialità reclusa e sul progetto di prevenzione dei comportamenti a rischio nei giovani “Stai all’occhio!”, attraverso la prassi teatrale. “Ribaltare i ruoli e condividere la ricerca realizzata per tanti anni nell’intimità del laboratorio di Opera Liquida - dice Ivana Trettel -, con persone detenute ed ex detenute nel ruolo attivo di docenti, all’interno della scuola più prestigiosa di Milano, ci appare come un atto rivoluzionario, che può aprire nuove riflessioni anche rispetto al pregiudizio e alle sue ricadute.”

Fattoria Vittadini, progettazione allestimento tecnico Luca De Marinis e Domenico Ferrari, dipartimento tecnico della compagnia Marina Conti e Silvia Laureti, cura del progetto Nicoletta Prevost. Montaggio drammaturgico e regia Ivana Trettel.

318882983_5793253204126119_8791384766497521505_n.jpg

Sabato 3/12, h. 15: Stabile in Opera/Teatro della Casa di Reclusione Milano Opera – via Camporgnago, 40

“Armando, lettere resistenti”, di Armamaxa Teatro.

318241213_5798797776904995_4653139685551135130_n.jpg

Questa storia unisce tre generazioni: il figlio Enrico, il padre Mario e il nonno Armando. Ed è vera. Nasce dalle lettere scritte da Mario, appena dodicenne, a suo padre Armando durante la Seconda Guerra Mondiale, nel 1944. Le ritrova Enrico, conservate in una valigia, nel 2017, settantatré anni dopo. Leggendole, un po’ alla volta, Enrico ricostruisce la sua storia: la storia della sua famiglia, la storia della sua città. La nostra storia: perché́ in quelle lettere la storia piccola di un bambino che desidera soltanto riabbracciare suo padre, s’intreccia con la grande e dolorosa storia del nostro Paese. Armando Vezzelli era un maestro di scuola elementare; un intellettuale che durante la guerra scelse di ribellarsi alla dittatura e di organizzare la Resistenza nella sua città, Genova. Per questo andrà̀ incontro all’arresto, alla deportazione e alla morte nel campo di sterminio di Mauthausen. "Armando” è dunque un racconto che nasce in forma epistolare e procede poi impetuoso con l’incedere incalzante di una narrazione in prima persona, tra immagini che profumano di pane caldo e ricordi d’infanzia, per raccontare ai bambini l’orrore della guerra e l’ingiustizia della tirannia con la leggerezza, la poesia spiazzante, lo sguardo disincantato e un po’ fuori luogo del clown.

Con Enrico Vezzelli, testi Domenico Ferrari, Rita Pelusio ed Enrico Messina, organizzazione Mary Salvatore, costume Lisa Serio, produzione Armamaxa Teatro, disegno luci e regia Enrico Messina.

ph Roberto Longoni

6/12, h. 21.00: PACTA Salone via Ulisse Dini 7, Milano
 

21/12, h. 21.00: Campo Teatrale, via Cambiasi 10, Milano

Due repliche in città per “Noi guerra! Le meraviglie del nulla”. La compagnia Opera Liquida, composta da detenuti ed ex detenuti, attiva da 13 anni nella Casa di Reclusione Milano Opera, varca i cancelli del carcere con lo spettacolo “Noi Guerra! Le meraviglie del nulla”, scritto prima della pandemia insieme agli attori reclusi e di drammatica attualità. In scena le opere dalle celebri colate rosse appositamente ideate dall’artista cinetico Giovanni Anceschi e progettate insieme alla regista Ivana Trettel, a partire dalle sue “Tavole di possibilità liquide”. Uno spettacolo nato in carcere nei laboratori sui mestieri del teatro di Opera Liquida, per cercare di comprendere ciò che accade all’essere umano odiato o in lotta contro sé stesso.

Drammaturgia collettiva di Opera Liquida con i detenuti ed ex detenuti attori e Giulia Marchesi, costumi Salvatore Vignola con Silvia D’Errico e i detenuti costumisti, interventi coreografici Riccardo Olivier/Fattoria Vittadini, progettazione allestimento tecnico Luca De Marinis e Domenico Ferrari, dipartimento tecnico della compagnia Marina Conti e Silvia Laureti, cura del progetto Nicoletta Prevost. Montaggio drammaturgico e regia Ivana Trettel.

IMG_4213.jpg

ph Simona Giuggio

campo teat.jpg

ph Laura Liverani

bottom of page